booking online
sistemi di prenotazione per hotel, adv, tour operator



American Airlines ha scelto Sabre come partner per lo sviluppo del nuovo sistema di prenotazioni della compagnia aerea. Tempo di sviluppo circa due anni, considerando che Sabre è già partner AA, i tempi di realizzazione sono stati ridotti al minimo e l'integrazione nel sistema AA sarà indolore.

Lo scopo del progetto, come riferisce Hugh Jones (presidente di Sabre Airline Solutions), è migliorare l'esperienza di booking degli utenti e incrementare la ricchezza di informazioni integrate messe a disposizione.

Sottolineo alcuni aspetti che si estrapolano dalla notizia.

  • I sistemi di booking hanno bisogno di tempo per la realizzazione
  • Il booking online viene sviluppato con competenze specifiche
  • L'esperienza di navigazione è una priorità per gli utenti
  • La ricchezza di dati è fondamentale

Sono le stesse priorità che mettiamo nella realizzazione di un booking di qualsiasi tipo, per un hotel o per un tour operator. Il booking è anche un'operazione di web marketing per l'hotel, un modo per presentarsi adeguatamente agli utenti nel 2014.

Giuliano Ciari
webmatico

Specialisti in Sardegna realizzazione sito internet

Ryanair entra nei risultati di ricerca di Google con tutte le sue rotte e questo è una parte del piano di ammodernamento lanciato da O'Leary, che comprende sito nuovo di zecca (non era molto difficile migliorare l'odioso precendente), app mobile, secondo bagaglio a mano, silenzio in volo (ad oggi non è ancora cambiato nulla!).


"Le nostre analisi – dice David Robles di Google – suggeriscono che gli utenti tendono a visitare circa 20 diversi siti prima di prenotare un volo. Google vuole aiutare a migliorare l’esperienza di viaggio riducendo drasticamente il tempo impiegato nella ricerca e nella prenotazione dei voli. Google Flight Search è veloce, semplice da usare e interattivo".

Quindi la frontiera online sono i portali turistici integrati e quando anni fa Big G aveva acquisito ITA Software, le compagnie aeree sicuramente non sapevano che nemico stava nascendo. Il Wall Street Jornal valuta il mercato dei voli aerei su internet 110 miliardi di dollari e tutte le indagini fin qua svolte, su una possibile scorrettezza di Google nell'entrare nel mercato dell'intermediazione turistica, sono state archiviate.

Certo il problema che il motore di ricerca Google è di Google sussiste, difatti il box di ricerca e confronto voli di Flight Search appare in testa alle serp, portando poi direttamente alle compagnie aeree. Quindi Big G diventa diretto competitor con gli intermediari che fino ad ora si spartivano allegramente il mercato delle prenotazioni online. Gli utenti difficilmente andranno a cliccare sui risultati di ricerca più in basso nella pagina, quindi i vari Priceline, Expedia, Orbitz subiscono un sicuro calo di visitatori.

Per ora su Google.it la situazione è ancora tranquilla e non c'è forte aggressività nel mostrare i voli, infatti compare solo il link in alto.



L’ennesimo caso da sottoporre all’Antitrust, ma di certo una cosa, quando Google entra in un mercato fa terra bruciata.

@ipergiux
+GiulianoCiari
www.keyweb.it

A desire for relaxing, freshness, purity and graphic contrast.

Color of the year 2014
Pantone 18-3224.

A desire for freshness, purity and graphic contrast. 

Creative factory in Sardinia  
http://www.keyweb.it/grafica-comunicazione-sardegna


Mi capita spesso che i clienti chiedano:
Qual è il segreto di una strategia di social marketing?

Cosa significa? Esiste la bacchetta magica?
Ognuno di noi, secondo la propria esperienza, può fornire una risposta convincente. Esistono mille best practice e altrettanti trattati di guru che si spingono a fondo su analisi sociali, economiche, tecniche. Tutte valide argomentazioni. 

Per capirci leggete queste campagne marketing famose.

Tiffany’s
Il brand del romanticismo. Ha coinvolto gli utenti con una campagna Instagram truelove, l’azienda ha raccolto il proprio pubblico su un’idea di storytelling banale: l’amore, quello vero! 

Coca-Cola
L’iniziativa - condividi con - rappresenta un ottimo esempio di integrazione tra i nostri legami reale e la rete virtuale. Gli affetti sono l'elemento vincente della campagna.

Nutella
L'hashtag noilamattina è stato molto utilizzato per descrivere le nostre colazioni. La campagna si basa sull'associare il prodotto ad un momento familiare, che tutti vivono. 

Cosa hanno dunque in comune queste strategie di marketing?
Gli stereotipi sociali, i desideri comuni , i tabù, le azioni trasversali, sono il cardine per spingere una strategia di social media marketing. 

Quindi?
Si deve lavorare osservando le persone e le aziende devono metterle al centro delle proprie storie di marca. Il successo sui social media è sempre dovuto alle persone. Senza un contenuto umano, reale, sociale una campagna di social media marketing non funziona mai. 

Lo storytelling del brand in una parola.


www.keyweb.it

La fase uno
Come in qualsiasi cosa partire da zero è difficile. Ottenere un minimo di visibilità è complesso, visto il marasma dell'offerta disponibile. Mashable ad esempio, ha basato la propria crescita, commentando sul altri blog. Altri hanno saputo sfruttare la propria lista contatti, per inviare e-mail e creare attenzione al proprio sito/blog. Altro modo per ingrossare la propria community online è utilizzare il pay per clic su Facebook e Google, convogliando il cliccante direttamente sul blog o su una landing page realizzata su misura per raccogliere l’email. Nel caso della landing page, invogliare l'utente a lasciare i suoi dati con un premio, come un e-book o un buono sconto, può essere la chiave vincente. Scrivere sul blog, dando per scontato che si abbia un minimo di esperienza in copywriting, necessita poi di farlo sapere a qualcuno. Quindi utilizzare i social network per condividere o un mailing per comunicarlo alla propria lista di contatti, è uno step fondamentale.

La fase due
Una volta che hai raggiunto un consistente core di traffico e Google ti attribuisce un minimo di web authority, potresti prendere in considerazione l'acquisto di altri blog per accrescere ulteriormente il numero dei fedelissimi e puntare alla pubblicità di settore. Fare stime generaliste è sempre sbagliato, ma un blog da 50.000 visitatori/mese ha un valore intorno ai 5-10k Euro. Ovviamente esiste un costo in base alla capacità di monetizare del blog, che può essere in entrate fisiche, ma anche in termini di data base utenti altamente profilati.

I contenuti del blog
I contenuti buoni sono condizione necessaria, ma non sufficiente. Scrivi buoni contenuti e non ottieni visite, scrivi pessimi contenuti e di sicuro non avrai visite, ma non solo. Aumenterà il bouncing (entro ed esco subito) e verrai penalizzato dai motori di ricerca, perdendo authority, link e sharing.

Una seria strategia per il blog
A lungo termine un blog deve sempre concentrarsi sulla qualità. Perchè entro costantemente in un blog? Perchè ottengo news interessanti, perchè mi aggiorno, perchè trovo lì qualcosa di diverso, perchè il linguaggio è meno autorale di una testata giornalistica, perchè è alternativo. 

"La qualità la dobbiamo ridefinire noi. Non è lo scrivere bene, è trovare un modo di scrivere."

Poi ci sono le call-to-action on page e on site. Ci sono "trucchi" più o meno subdoli per ottenere iscrizioni, registrazioni, e-mail, like, plus, pin; tutti stratagemmi utili a fidelizzare in qualche modo il lettore. Ecco perchè occorre ottimizzare un blog per poter crescere, più o meno velocemente.

Creare un blog è anche troppo facile.

Elenco, quasi in ordine di importanza, tutti i fattori per una buona ottimizzazione SEO. Questo principalmente per spiegare i costi dei progetti SEO ai clienti, in modo che si capisca il lavoro che ci sta dietro. Un lavoro tutt'altro che da seo guru,ma da esperti analisti. 

# Page Authority (PA)
# Google +1's
# Unique cblocks Linking to the Page
# Unique IPs Linking to the Page
# Root Domains Linking to the Page
# Root Domains Linking to Page with Partial Match Anchor Text
# Subdomains Linking to the Page
# Root Domains Linking to Page with Exact Match Anchor Text
# Unique cblocks Followed Links to the Page
# Unique IPs with Followed Links to the Page
# Unique Domains with Followed Links to a Page
# External Links to the Page (included Followed And Nofollowed)
# Unique Domains with Followed Links to the Subdomain
# Subdomains with Followed Links to the Subdomain
# The MozRank of the Subdomain of the URL
# External Pages Linking to Page with Partial Match Anchor Text
# Root Domains Linking to the Subdomain
# Subdomains Linking to the Subdomain
# External Pages Linking to Page with Exact Match Anchor Text
# Sum of Facebook Shares, Likes, Comment
# Domain Authority (DA)
# Juice-Passing External Links to the Page
# Facebook Shares
# MozRank of External Links with Exact Match Anchor Text
# Subdomain MozTrust
# MozRank Passed by External Links with Partial Match Anchor Text
# Followed Linking Root Domains to the Domain
# Unique IPs with Followed Links to the Domain
# Cblock with Followed Links to the Domain
# Root Domains Linking to the Domain
# Unique IPs Linking to the Domain
# Unique cblocks Linking to the Domain
# MozRank of the Root Domain
# The Portion of the Pages's MozRank Coming From External Links
# Portion Subdomain MozRank From External Links
# MozTrust of the Root Domain
# External Links (Followed And Nofollowed) to the Subdomain
# Juice-Passing External Links to the Subdomain of the URL
# Portion of Root Domain MozRank from External Links
# Page MozTrust
# Total External Links to the Root Domain
# Juice-Passing External Links to the Domain
# Facebook Comments
# Facebook Likes
# MozRank Passed by all Links with Exact Match Anchor Text
# MozRank Passed by all Links with Partial Match Anchor Text
# Links (Juice-Passing Or Not, Internal Or External) to the Page
# Combined MozRank of all Pages on the Domain
# Combined MozRank of all Pages On The Subdomain
# Total Links (including Internal And Nofollow Links) to the Domain
# Followed Links (Both Internal And External) to the Domain
# Linking Pages to Page with Exact Match Anchor Text
# Total Links (including Internal And Nofollow) to the Subdomain
# Unique Subdomains with Followed Links to the Domain
# Juice-Passing Links (Internal Or External) to the Page
# Linking Pages to Page with Partial Match Anchor Text
# Root Domains Linking to Domain with Partial Match Anchor Text
# Page MozRank
# Links to the Sub-Domain in Last 30 Days
# Tweets From Topsy
# External Pages Linking to Domain with Partial Match Anchor Text
# Full Domain Mentions in the Last 30 Days
# Pages Linking to Domain with Partial Match Anchor Text
# Links in the Last 30 Days to the Root Domain
# Mentions in the Last 30 Days of the Domain Name in FWE
# Internal Pages Linking to Domain with Partial Match Anchor Text
# Exact Match Domain
# Links in the Last 30 Days to the URL in FWE
# Internal Links on Page
# Follow Links on Page
# Body Text Similarity to Keyword (Language Model)
# Links on Page
# Root Domains Linking to Domain with Exact Match Anchor Text
# External Linking Pages with Exact Match Anchor Text
# Keyword Usage in Title Tag
# Keyword Usage in H1
# Characters in the HTML Code
# Keyword Usage in Body Text
# MozRank Passed by all Internal Links with Partial Match Anchor Text
# Internal Pages Linking to Page with Partial Match Anchor Text
# Pages Linking to Domain with Exact Match Anchor Text
# MozRank Passed by all Internal Links with Exact Match Anchor Text
# Keyword Usage in Meta Description
# Internal Pages Linking to Page with Exact Match Anchor Text
# Characters in Body Copy
# Indexed Pages On The Site in The Last 30 Days in FWE
# H1 Similarity to Keyword (Language Model)
# Title Tag Similarity to Keyword (Language Model)
# Meta Description Similarity to Keyword (Language Model)
# No Follow Links on Page
# Img Tags
# Partial Matches in Domain Name
# External Nofollow Links on Page
# Internal Pages Linking to Domain with Exact Match Anchor Text
# Partial Matches in Full URL
# Internal Nofollow Links on Page
# External Links on Page
# Keyword Usage in H2 Tag
# URL Starts with 'www'
# URL Contains an Underscore
# H2 Similarity to Keyword (Language Model)
# Page Has Schema.org Markup
# URL Contains a Query (example.com/page?id=1)
# Page Has Google+ Publisher Markup
# Total Area of All Images on Page
# Page Has Open Graph Markup
# Page Has Twitter Card Markup
# Large Images (Greater Than Or Equal to 1024X768px)
# Folder Depth of URL (# of Trailing Slashes)
# Videos On Page
# Page Contains Google+ Authorship Markup
# Google Adsense Slots in The Page
# Domain has Numbers (example123.com)
# Hyphens in Domain Name ù
# Total Area of Adsense Slots on Page
# Characters in the Title
# URL Contains Hyphens
# Total Length of the Full Domain (www.subdomain.pld.com)
# URL Length in Characters
# Response Time of Page in Seconds

 (fonte SEOmoz)

Poche certezze sul seo, ma il parametro keyword density nel testo era una di queste. La densità lascia il posto ai logaritmi secondo il modello WDF*IDF

Come funziona? 
WDF*IDF è un modello di classificazione dei documenti in base alle parole che sono contenute. L’analisi WDF*IDF è una teoria matematica che permette di catalogare dei documenti in ordine di rilevanza rispetto ad una chiave contenuta. Il suo ideatore è Gerald Salton, che inizia a parlarne per la prima volta con un modello di analisi vettoriale degli spazi all’inizio degli anni '70. 

Il modello WDF*IDF si basa su:

  • WDF (Within Document Frequency), la frequenza di utilizzo di una certa parola all’interno di un documento rispetto al numero totale di parole presenti.
  • IDF (Inverse Document Frequency), la pertinenza di una parola nel documento in cui è riportata rispetto ad un gruppo di documenti che riportano la stessa parola.

Il modello rappresenta i documenti di testo come vettori in uno spazio n-dimensionale. Lo scalare di ciascun vettore rappresenta il peso della parola nel documento. Altri vettori generati sulla base di altri documenti che indicano la stessa direzione per quella parola-chiave sono verosimilmente simili al documento originale. 

Quindi traducendo il tutto in termini di ottimizzazione SEO di una pagina web, la novità è che questo modello vettoriale mette in evidenza l’importanza della parola nel contesto e della sua ripetizione a raffica se ne frega. 

Saranno questi i contenuti di qualità di cui si parla costantemente?



Keyword stuffing fino a 5-6 anni fa era una banale tecnica che funzionava alla grande. In pratica, in fase di ottimizzazione SEOdella pagina web, bastava ripetere decine e decine di volte nel proprio testo una parola chiave per la quale si voleva posizionare il sito web. Lo stuffing keyword è quindi una ripetizione esagerata e molto maliziosa della stesssa parola o frase chiave per indurre un motore di ricerca a considerare la nostra pagina web interessante e meritoria di posizioni di rilievo nella SERP. Questo articolo di keyword stuffing sul nostro blog  (come si sarà capito), fa esattamente uso di questa strategia di SEO, in quanto abbiamo già scritto fino a qua 5 volte la frase “keyword stuffing”.



Partiamo dall'inizio.
Google cambia abbastanza spesso l'algoritmo che genera le SERP, a volte migliora la qualità dei risultati della SERP, altre volte no e fa passi indietro. Negli ultimi due mesi ho notato come Google sia spreciso nella sua analisi delle pagine e con una modifica leggera si determini una variazione troppo importante di posizione nel ranking. Per alcuni siti dei nostri clienti abbiamo notato fluttuazioni anche di 20 posizioni in una settimana, davvero troppo. Premesso che ogni campagna SEO sui siti web la effettuiamo solo con white optimization, non è pensabile che un sito che fino a ieri il motore di ricerca giudicava da 27-esima posizione, oggi sia 8° (www.nomedominio.it per infissi in Sardegna) con la home page (non con una landing ottimizzata).



Ho un unico convincimento, Google sta dando nuovamente grande importanza ai fattori OnPage e meno a quelli OnSite, con il suo nuovo algoritmo Hummingbird.

Fino a due mesi fa occorrevano siti web fortemente a tema, oggi (27-11-2013), Google ridà importanza alla singola pagina, anche decontestualizzata. Questo porta a disfunzioni nelle SERP e spesso sta finenendo in top 10, chi fa keyword stuffing come si faceva una volta. Quindi vediamo di forzare pesantemente la densità, facendo keyword stuffing. Vediamo se questo articolo di keyword stuffing avrà un seguito.
I concetti di reputazione online e di word-of-mouth sono ormai diffusi e tutti si trovano ad averci a che fare, più o meno consapevolmente. La reputazione online è l’insieme di tutto ciò che viene detto sul web in merito ad una certa azienda o a un determinato brand, mentre il word-of-mouth, o passaparola digitale, è il modo in cui viene definita la trasmissione delle informazioni attraverso reti sociali, o social.
Un errore che ancora troppo spesso viene commesso è quello di trascurare questi elementi, di non dar loro il dovuto peso e la giusta cura, non considerandoli come elementi di una corretta strategia di web marketing e come fattori fondamentali per la crescita del proprio business.

Per capire come e quanto la reputazione online e il word-of-mouth siano importanti, è sufficiente dare uno sguardo ai dati, che possono dire più di tante parole, e commentarli alla luce degli atteggiamenti che sarebbe giusto legare alle informazioni che offrono.
1-      Il 67% dei consumatori compra con più facilità un prodotto se lo trova attraverso la ricerca online.
Questo è quanto emerge dal report Nielsen diffuso a febbraio 2013. Ciò significa che non è sufficiente vendere un prodotto o un servizio: bisogna fare in modo che se ne parli, far sì che si conosca. Prima erano i consumatori a cercare le aziende, ora sono le aziende che devono farsi trovare, utilizzando i canali che i consumatori preferiscono. Essere parte attiva del word-of-mouth è il modo migliore per utilizzarlo.
2-      Il 94% degli online shopper italiani si informa prima di procedere ad un acquisto.
Il dato è stato raccolto nel European Digital Behaviour Study 2013 e dimostra che i consumatori sono sempre più smart, sempre più intenzionati a studiare con attenzione il loro percorso di acquisto e a ottimizzarlo, rendendolo il più possibile sicuro e adeguato alle loro reali esigenze. Ciò che di un brand si dice e si legge sul web influenza i suoi potenziali clienti, che non tralasceranno di informarsi sulla sua reputazione online prima di sceglierlo.
3-      Il 67% di chi compra online si informa sul sito del brand.
Anche questo dato si legge nel European Digital Behaviour Study 2013. Il suo significato è chiaro: il sito aziendale deve essere curato, in quanto è la prima vetrina che si ha a disposizione e deve quindi essere utilizzato per comunicare ai consumatori dei messaggi chiari. La comunicazione non avviene solo attraverso i testi, ma anche attraverso lo stile, gli strumenti e le informazioni offerti e tutto quanto va a comporre il sito nella sua interezza. Ciò che diciamo influenza l’opinione che gli altri hanno di noi, ossia la nostra reputazione: lo stesso vale sul web.
4-      Il 53% di chi compra online si informa attraverso articoli e post.
Il report Nielsen mette in chiaro un’altra verità: chi pensa che la produzione di contenuti per il web sia una inutile perdita di tempo, sbaglia. Più contenuti vengono diffusi, sparsi e ottenuti sul web, più si ha la possibilità che gli utenti leggano quelli e non altro materiale su cui il brand non ha alcun controllo e che potrebbe essere addirittura controproducente. Quello che gli altri dicono di noi contribuisce a creare la nostra reputazione, anche online.
5-      Il 57% degli utenti cerca feedback su siti specializzati e il 47% su forum e blog.
Siamo nel momento d’oro dei contenuti generati dagli utenti: valutati da Google come prioritari per ottenere un buon posizionamento nella SERP, sono premiati dagli utenti stessi, che spesso li prediligono quando svolgono delle ricerche prima di effettuare un acquisto. Ascoltare ciò che i clienti hanno da dire, suscitare i loro commenti, monitorare i loro feedback e gestire le loro recensioni con professionalità consente non solo di avere subito chiari punti di forza e di debolezza del servizio che si offre, ma anche di sfruttare un canale importante di comunicazione e di essere dentro il word-of-mouth.

Se è vero che non esistono formule magiche per garantirsi il successo, è anche vero che ci sono buone norme che è bene tenere presenti e prestare il giusto ascolto alle voci che si levano sul web è senza dubbio una di queste: controllare la propria reputazione online, essere aggiornati su quello che viene detto sul proprio brand e sul suo settore di riferimento porterà ad una consapevolezza fondamentale per veder crescere il proprio business.

Cristina Bazzoni

Atterrare bene su una Landing Page

Si possono realizzare vari tipi di Landing Page

  1. Landing page per posizionare naturalmente (posizionamento organico) il sito web. Sono lato motore di ricerca, concentrate su una/tre keywords. Hanno lo scopo di indirizzare il navigatore su un prodotto o servizio specifico. Di solito sono ad alta densità delle parole chiave.
  2.  Landing page articolate con tante call to action che siano particolarmente esplicative, attrattive ed emozionali per spingere l'utente ad effettuare un'azione. Sono landing page di atterraggio da una campagna di pay per click.
  3. Landing page corte (visualizzabili in un'unica schermata del browser senza richiedere lo scrolling di pagina), scarne e concentrate, con una sola call to action. Sono landing di atterraggio da DEM, banner o  link sponsorizzati. Prevale la sintesi, o la va o la spacca.
  4. Landing collegate al resto del sito web, normalmente in una sezione particolare che si aprono in pop-up o con tecniche invasive on page. Sono piuttosto efficaci nel lancio prodotto, nella raccolta indirizzi email o anche nella vendita di e-book.
  5. Landing page di atterraggio da per campagne di banner advertising con la necessità di essere snelle e brevi e sono rivolte ad utenti che arrivano per caso  che hanno bisogno di orientarsi. Hanno come prima necessità di spiegare chi siamo e cosa facciamo. Sono utili per proporre newsletter o agggiornamenti in abbonamento, che si riceve periodicamente.  

Contattaci per la realizzazione di landing page nella tua campagna di web marketing